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Eco Radio (Parma) 1977

     


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Gabriele Majo

L'annucio sull'"Eco del quartiere" della nascita di Eco Radio

La Gazzetta di Parma 1
del 18 agosto 1977 dedicato a  Eco Radio"

La Gazzetta di Parma 2
"Dettaglio articolo: Una Radio Baby nel quartiere Mutti

 

Una mini radio di quartiere, di Gabriele Majo

(Clicca qui per andare diretamente ai programmi disponibili per l'ascolto)

Eco Radio era la radio-baby che avevo fondato nell’anno 1977 (avevo 13 anni) come “testata radiofonica” (sui generis) del mensile L’Eco del Quartiere, che da bambino producevo e distribuivo nel quartiere Mutti-Lubiana: nel corso degli anni Eco Radio avrebbe assunto diverse denominazioni ad ogni stagione radiofonica (che coincideva sostanzialmente sempre con le vacanze estive), fino ad arrivare a quella definitiva di Radio Pilotta-Eco Radio, concordata con il direttore responsabile, nonché finanziatore, Carlo Drapkind (già primo direttore di Radio Parma, la prima emittente radiofonica italiana), particolarmente sensibile al tema della parmigianità.

Anche la dizione Parma 3 (relativa all’anno 1979) era stata aggiunta alla tradizionale denominazione Eco Radio, proprio nel tentativo di convincere Drapkind a firmare la testata giornalistica, necessità nel tempo diventata improcrastinabile anche per motivi di carattere legale (vedesi articolo dedicatoci dalla Gazzetta di Parma del 18 agosto 1977, riprodotto a lato) e non solo per la vocazione giornalistica dell’emittente che, pur essendo mandata avanti pressoché interamente da ragazzini alle prime armi, spesso aveva realizzato servizi di indubbio valore. Nel mio delirio radiofonico avevo coinvolto miei compagni di classe e/o conoscenti (che poi avrebbero seguito tutt’altre strade), tra questi Massimo Ferrari (che nell’estate 1979 avrebbe ospitato gli studi di Eco Radio Parma 3 in Via Saffi 80, in quella che sarebbe divenuta l’abitazione della sua famiglia), indubbiamente uno dei più bravi speaker del GR (l’Unione Agricoltori, in cambio di una rubrica a loro dedicata ci consentiva di utilizzare i dispacci della agenzie che loro ricevevano e noi li leggevamo),ed Andrea Campanini (autore e conduttore del proposto Speciale Neil Young), che avrebbe trovato una atroce morte nella tragedia di Linate del 9 ottobre 2001. Proprio di Andrea (più che un amico un fratello, in tanti ci pigliavano in giro per via della nostra somiglianza, anche se non si è mai capito chi fosse il più bello: va da sé che ognuno dei due avesse un’opinione opposta sul tema, purtroppo ora divenuto così futile) ricordo, ad esempio, la memorabile diretta confezionata insieme in occasione dell’attentato a Giovanni Paolo II nel 1981.

Andrea era il nostro “finto” inviato a Roma, “finto” nel senso che era comodamente a casa sua, davanti al televisore e non certo nella capitale, mentre io conducevo dallo studio di Via D’Azeglio 45/L (all’interno del monumentale Ospedale Vecchio, dove il buon Drapkind era riuscito a ricavare, tramite i buoni uffici con alcuni politici, alcuni metri quadrati per la sede): la vena goliardica, stile “Amici Miei” (anche se noi al contrario dei protagonisti della saga monicelliana, non stavamo certo vivendo la terza età…) non mancava mai, anche quando il tema trattato era di una certa gravità, come, appunto, il tentativo di uccidere il Pontefice da parte del turco Agca. “Andrea, lì a Roma le saracinesche dei negozi sono abbassate in segno di lutto?”, questo il quesito diabolicamente lanciato per cercare di metterlo in difficoltà, ma lui, come sempre se la cavò alla grande…

Tra i nomi da citare di quella avventura non posso certo omettere quello di Marco Gabbi, che anni dopo sarebbe diventato mio editore (o “padrone”) a Radio Elle, quando decise di rilevarla dal vecchio proprietario Ugo Parisini, trapiantando in città l’emittente nata a Langhirano. Radio Elle fu la prima del network personale di Gabbi, poi arricchitosi con Radio Emilia (acquistata, diciamo così, in liquidazione…) e i canali locali di Lattemiele. Su tutte e tre le radio, per un total di circa dodici frequenze, negli anni 90, avremmo diffuso le radiocronache delle partite del Parma Calcio, in coincidenza con il periodo d’oro della squadra capace di vincere trofei nazionali ed internazionali. Conobbi Marco tra il ’79 e l’80, quando a propria volta diede vita ad una radio sperimentale di quartiere, (tra l’altro sempre a San Lazzaro) che chiamò Eco Radio: dopo averlo minacciato, senza avere ovviamente in mano nessuna arma legale (o letale…) per poterlo fare, mutò quel plagio in un più audace “Radio Regione”, audace, perché l’area di copertura era ben più circoscritta, ovviamente. Delle finte carte bollate all’amicizia ed alla cooperazione il passo fu breve: fu proprio lui, infatti, a dotarci di uno dei primi trasmettitori simil-professionali nel 1981, quando Drapkind voleva fare di Radio Pilotta-Eco Radio l’emittente leader del “Centro Emittenti Radio Tv Libere Emilia Nord Ovest”.

Gabbi, però, si oppose all’idea del Direttore di alienare questo suo impianto a favore della costituenda “Radio Campanone” di Pontremoli (località natale di Drapkind) che quindi rimase, con suo scorno, in nostro possesso. In quei tempi diffondevamo nell’etere un nastro continuo (che invenzione…), dalla durata di tre minuti circa, in cui sulle note di Rondò Veneziano annunciavamo più o meno così: “Siete all’ascolto del circuito Eco Radio: a Parma Radio Pilotta, a Langhirano Radio Elle Parmense, a San Secondo Radio Bassa Parmense, a Fidenza Alfa Radio, a Borgo Val di Taro Radio Taro, a Pontremoli Radio Campanone, sull’Autocamionale della Cisa Radio Cisa Mare”. Forse ho dimenticato qualcuna delle emittenti ipoteticamente collegate (tutte firmate in Tribunale da Carlo Drapkind come Direttore), certo è che le ultime due che ho citato non sono di fatto mai esistite: Radio Campanone perché il progetto abortì dopo il diniego di fornire loro il trasmettitore di Gabbi, e Radio Cisa Mare, che rimane la nostra grande incompiuta, in quanto non riuscimmo mai a svalicare al di là della Cisa per avere il tanto agognato “sbocco al mare”, malgrado i nostri progetti, non ultimo quello di installare un ripetitore sul per noi irraggiungibile Monte Molinatico (quota 1.549 mt) la cui vetta oggi, per gli ecologisti, appare “deturpata da una selva di antenne per comunicazioni radio”. Ciò nonostante, nell’articolo pubblicato dalla Gazzetta di Parma, in morte di Carlo Drapkind, a firma C.B. (Carlo Brugnoli, uno dei primi “giornalisti professionisti” battezzati da Drapkind), l’inesistente Radio Cisa Mare viene citata come uno dei “progetti minori” ai quali Drapkind “mise a disposizione la sua esperienza”.

Il povero Drapkind non solo si dovette svenare per pagare i conti telefonici di noi adolescenti (alcuni per chiamare fidanzatine lontane, altri per fare inchieste di mercato) ma “si rovinò” per pagare i mostruosi canoni di affitto per due mega ripetitori sui monti Maddalena (Brescia) e Cimone (almeno l'Adriatico lo avevamo conquistato...) che garantivano la diffusione del nostro segnale in tutta la pianura padana. Se ne giovarono, ad esempio, quelli di Radio 88, ovverosia i colleghi delle emittenti bolognesi (da Serramazzoni a Monte Calderaro) oscurate da una ordinanza del Pretore Grassi di Bologna, per interferenze all'aeroporto Marconi, e di nuovo unite, per alcuni giorni, in quella testata (88 era il numero dei ripetitori spenti, come testimonia l'incipit della canzone di Vasco Rossi "Ultimo domicilio conosciuto"). Ricordo lo stupore di tutti quando, partecipando ad una loro riunione, diedi disposizione ai colleghi di Parma di cambiare immediatamente una frequenza (l'impianto era sul Campanile di San Giovanni, che da ragazzi eravamo capaci di scalare anche cinque o sei volte al giorno, facendo spazientire Padre Maggi, al punto da fargli nominare il nome di Dio invano…, mentre oggi si rischia l'infarto solo a guardare quei 75 metri che bucano il cielo), solo perché sembrava che l'Escopost volesse arrecare un'offensiva su chi trasmetteva sopra i 104 e quello di un esterrefatto funzionario dello stesso organismo una volta che riuscimmo con un gioco di prestigio a far sparire dallo spettro una nostra emissione che aveva appena intercettato...  

Ma quando capitò quest’ultimo episodio eravamo già passati, armi e bagagli ad “Onda Emilia”. L’esperienza di “Eco Radio”, infatti, terminò dopo l’estate del 1983: io, complice un innamoramento proibito per una ragazza già promessa al factotum di una emittente locale, mi attardai un po’ troppo in Sicilia, tornando, però, con un prezioso bottino, un registratore a bobine Pioneer con autoreverse, che utilizzammo per “Hit Eco Radio”. Radio Hit, a Milazzo, era sorta dalle ceneri dell’antica “Antenna Libera” (già “Radio Pirata”) che tal Saponara rilevò con il progetto di rilanciarla. Io lo convinsi a fare una sorta di network con Eco Radio (lo spirito di cooperazione in noi era sempre molto accentuato: anni prima avevamo scritto al programma italiano della Radio Svizzera Internazionale e a Radio Luxembourg al fine di ottenere la loro autorizzazione per ripeterne i programmi in FM nella nostra zona), per cui avremmo replicato al Nord i programmi, indubbiamente professionali, da loro trasmessi al Sud. Fu il mio ultimo colpo di coda dopo il parziale “tradimento” di Gabbi, che approfittando della mia assenza aveva trescato con Bubù e la Paola del Cinema Ritz (che da noi curavano un programma di liscio) per impossessarsi del “controllo” della mia creatura. Dopo quell’affronto, però, decisi di tornare a disposizione, pressoché a tempo pieno, di Radio Emilia, in tempo per essere tra i protagonisti della scissione che portò alla nascita di “Onda Emilia” (1984), alla quale passarono al completo tutti i componenti della Redazione Sportiva ed il socio Fabrizio Pallini. Ne parlo in questa sede perché la tanto desiderata testata giornalistica “Radio Pilotta-Eco Radio”, che Carlo Drapkind, firmò al Tribunale di Parma il 12 febbraio 1981, quale proprietario e Direttore Responsabile, venne poi ceduto proprio alla neonata “Onda Emilia”, che dunque è una sorta di continuazione, almeno ideale, di quel progetto.

Non a caso ne facevamo parte anche io, Gabbi, Campanini, Ferrari etc. “Onda Emilia” rappresentò a lungo, a mio modesto avviso, l’apice della radiofonia parmigiana, per lo meno per quanto riguarda la versione “all news”, con “un microfono in ogni stadio” (slogan azzeccatissimo) o con collegamenti dal Palazzo Municipale (per le dirette del Consiglio Comunale) o da altre sede istituzionali. Prima della mia partenza per il servizio militare Carlo Drapkind mi salutò con un commovente editoriale definendomi il “Il ragazzo dei tetti e delle antenne, dei trasmettitori, delle frequenze, dei notiziari, delle dirette possibili ed impossibili” mi fece un elogio che ricorderò per sempre, anche perché veramente, con le tecnologie a disposizione, non sempre ottimali e non certo quelle di oggi, davvero cercavo di fare i miracoli per garantire il racconto in presa diretta di ogni evento per i nostri radioascoltatori. Dalla cantina della mia casa in Via Leoni 4 fino ad arrivare ad Onda Emilia la mia radio-baby di passi importanti ne ha percorsi davvero tanti, con tante voci avvicendatesi al microfono: citarli tutti diventa difficile, li unisco in un unico grande abbraccio e in una sola parola. Grazie.

 

Gabriele Majo / 25 gennaio 2010

Programmi disponibili di Eco Radio

Eco Radio - La gente del sud a Parma
con Majo e Novellini

 

Il passaggio dall’Eco del Quartiere – giornalino che da ragazzino mettevo nelle cassette postali dei vicini – ad Eco Radio, cioè la sua versione radiofonica, è ben esemplificato da questo contributo, dal titolo: “La gente del Sud a Parma”, giunto ai nostri giorni, ahinoi, incompleto (c’è solo la conclusione), con una intervista che il sottoscritto, allora 13enne (era il 1977), fece ad Andrea Novellini (12, che il lettori di Broadcastitalia.it già sanno avermi accompagnato nella decisiva trasferta a Radio Parma del 14.06.75, quando iniziò tutto), sulla questione meridionale nel nostro quartiere (forse influenzati dalle origini sicule di mio padre Giuseppe…) . Fin dai tempi della carta stampata, eravamo attenti, vigili e sensibili alle varie problematiche della zona: qui abbiamo le prove del tentativo di essere altrettanto impegnati davanti al microfono della nostra baby-radio. Il tema, delicato, veniva sviluppato senza eccessive reticenze, Andrea Novellini, facendo l’esempio del barese Giorgio Congedo, nostro coetaneo, trapiantato in via Cassio Parmense (perpendicolare a Via Leoni, dov’era al civico 4 era ubicata la nostra casa, e quindi la sede della mini-stazione) afferma con decisione: “Qui i cosiddetti terroni vengono trattati abbastanza bene”, a parte aggiungo io: “non da certi bulli di cui non facciamo il nome…” Un pizzico di prudenza non guasta, si sa mai le ritorsioni: poi, con un certo piglio, denuncio: “Parma è una città calma per modo di dire: la delinquenza sta nascendo anche qui. In Piazzale Lubiana si è sparsa la notizia, che ci è giunta all’orecchio, di frequentazioni in un certo tipo di bar. La droga più che dai meridionali è spacciata da quelli del Nord. La delinquenza non ha partito o provenienza…” Il titolo di coda su un brano della “Taberna Mylaensis”, gruppo milazzese che mi fece conoscere mia cugina Angelica, durante una delle tante vacanze giovanili trascorse a Milazzo, più che al mare dinnanzi ai microfoni di Radio Pirata (che poi sarebbe diventata Antenna Libera, che poi sarebbe diventata Radio Hit… Storia che prima o poi vi racconterò…)
Gabriele Majo (6 novembre 1979)

 

Eco Radio  3 - Qui la Ghiaja in festa a cura di Majo e Bertoletti - 24 giugno 1979

 

Qui la “Ghiaia in festa” è un servizio speciale registrato e trasmesso da Eco Radio Parma Tre in occasione della omonima manifestazione che si è svolta la sera del 24 giugno 1979 nel mercato all’aperto principale di Parma, ricavato in una zona dove una volta vi era il greto del torrente Parma ed oggetto in questi ultimi tempi di un progetto di riqualificazione che ne ha comportato, al momento, la totale demolizione. Assieme al sottoscritto – all’epoca quindicenne – tra le bancarelle, anzi tra i banchi, era presente anche Mario Bertoletti, attore dialettale, arrivato nella nostra giovane radio sperimentale grazie ai buoni uffici di Carlo Drapkind, che due anni dopo ci avrebbe gratificato con la firma della testata giornalistica della nostra emittente. Proprio questa registrazione, però, testimonia già l’impegno da noi profuso a seguire eventi di cronaca cittadina e grazie a Bertoletti anche per la divulgazione del nostro vernacolo. Quasi tutte le interviste da lui effettuate tra un bicchiere e l’altro, infatti, sono il dialetto parmigiano, sia quella iniziale con una macchietta, Otello, sia quella con il Presidente del Comitato Organizzatore Renato Giubellini, ma soprattutto quella con il “Matt Sicuri”, Enzo Sicuri, singolare figura di clochard della Piccola Parigi, che gli avrebbe tributato, dopo la scomparsa, realizzato dallo scultore Maurizio Zaccardi un monumento in bronzo, che lo ritrae seduto su una scatola di cartone (stesso materiale di cui erano fatti i suoi abituali vestiti o coperte) appoggiato ad una bicicletta. Pochi “audio-grammi” che ci bastano per rendere immortale questo personaggio definito l’ultimo filosofo da marciapiede. Al nostro microfono anche l’ex arbitro internazionale di calcio Alberto Michelotti, che, a pochi giorni di distanza dal mitico spareggio di Vicenza “Parma-Triestina” (nella sezione di broadcastitalia.it dedicata a Radio Emilia è possibile riascoltare la cronaca dei tempi supplementari di Gian Carlo Ceci e le interviste di Lino Pasqualis), valso dopo tre anni di tentativi la promozione dei crociati in serie B, tesse l’elogio del Presidente del club Ernesto Ceresini.
La registrazione esterna è di buona qualità, a parte qualche stonatura della Banda Casanova di Colorno, sul “Va Pensiero” di Giuseppe Verdi, ma non so se la colpa era proprio del nostro magnetofono. Peggio, invece, gli insert successivi fatti dallo studio per completare la registrazione (ahinoi, gli impianti erano quelli che erano…) Piuttosto, dopo qualche anno, mi sento in dovere di fare autocritica in quanto ho ripetuto millanta volte l’inizio della domanda: “lei come vede…” ai vari interlocutori che ho avvicinato…
Gabriele Majo (5 novembre 2009)

Eco Radio  3 A Campanini Speciale N Young 1979

Andrea Campanini, che avrebbe trovato una atroce morte nella tragedia di Linate del 9 ottobre 2001, oltre ad essere uno dei conduttori dei notiziari di Eco Radio (ed in seguito pure di Onda Emilia) più apprezzati per la bella voce e per la chiarezza dell’esposizione, ha curato anche qualche programma musicale: vi propiniamo questa registrazione nella quale figura autore e conduttore dello Speciale Neil Young, trasmesso da “Eco Radio Parma Tre” nel 1979.

 

 

 

 

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